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Cantina San Biagio Vecchio - Faenza

Il panorama delle dolci colline da cui fa capolino la cantina, e l'omonimo ristorante, ci ripaga con gli interessi delle fatiche del viaggio. La piccola cantina, 11 ettari e circa 30.000 bottiglie l'anno, è condotta dal 2005 da Andrea e Lucia; i vini sono tutti biologici certificati e prodotti con i vitigni trebbiano, malvasia, albana, sangiovese e centesimino. Producono inoltre una davvero ottima farina, ricavata dal grano Gentil Rosso: una varietà antica di qualità proteica elevata, negli anni - ahinoi - soppiantata dai grani a spiga bassa, più produttivi ma ad alto contenuto glicemico.

Grazie a Lucia, viviamo l'esperienza di un "Mondo piccolo" romagnolo, a colori. La naturale predisposizione e l'esperienza maturata nella ristorazione stellata, in riviera, sono materie prime fondamentali per quel Santo Grall narrativo senza il quale il "liquido odoroso" avrebbe metà del proprio fascino. Gli occhi non mentono: nessun dubbio che non ci sia, da parte sua, rimpianto per la vita lavorativa precedente.

Ricordi ...

I vividi ricordi sul parroco Don Antonio e Mario, detto Lumè, ci evocano quelle storie di campagna e periferia che hanno reso famoso Giovannino Guareschi.

Nei primi anni 2000, tra i tanti pretendenti Don Antonio sceglie Andrea, di cui si fida, per la gestione in affitto di quei terreni e vigne che tutt'ora sono di proprietà della curia. Lucia ci ricorda, nel periodo di transazione, l'importanza di Mario, per l'apprendimento del lavoro in vigna ed in cantina: a lui infatti è dedicato l'ottimo passito rosso, prodotto con il vitigno autoctono centesimino.


Visita in cantina e vigneti San Biagio Vecchio.


Dopo l'introduzione ed una rapida visita alla piccola cantina, vinificazione solo in acciao, ci spostiamo in macchina negli adiacenti terreni dove prende corpo il SabbiaGialla: il loro vino di maggior successo, il cui nome è evocativo del caratteristico terreno sabbioso di Oriolo dei Fichi (piccolo territorio su cui si trovano). Mentre il racconto si sposta sul tipo di erbe presenti tra i filari (favino, senape, etc), fondamentali per la viticultura biologica, lo sguardo viene calamitato dalla maestosa bellezza di una quercia secolare, a pochi passi dai vigneti.

Constatiamo, in seguito, l'interesse di Lucia per la natura in tutte le sue forme; apprendiamo ad esempio che in queste terre cresce il tasso barbasso: una pianta erbacea spontanea con proprietà antiinfiammatorie delle vie respiratorie; noterete come questa pianta abbia dato ispirazione al nome di uno dei loro vini, un trebbiano in versione frizzante. Veniamo inoltre a conoscenza dell'esistenza del gruccione: un uccello migratorio con la peculiarità di nidificare all'interno di cunicoli, ricavati proprio su questi terreni di sabbia ed argilla; come vedrete, anche questo inquilino - moroso -, è stato fonte di ispirazione per l'etichetta di un altro dei loro vini: il MonteTarbato.


La degustazione.


Torniamo quindi in cantina e ci accomodiamo attorno ad un accogliente tavolo rotondo, in una stanza degustazione arredata con gusto e di recente costruzione. Vini degustati presso cantina San Biagio vecchio:

  1. Ravenna IGT TassoBarbasso 2021 (100% trebbiano)

  2. Ravenna Bianco IGT Cacciabruco 2021 (trebbiano, malvasia, albana)

  3. Romagna albana secco DOCG SabbiaGialla 2020 (100% albana)

  4. Romagna DOC Sangiovese Superiore PorcaLoca 2021 (100% sangiovese)

  5. Ravenna Savignon Rosso IGT MonteTarbato 2019 (100% centesimino)

Veniamo colpiti in primis dalla pulizia olfattiva di tutti i vini; questo ci conferma la convinzione che volendo, anche i vini biologici, possano essere prodotti senza odori invadenti. Anche in questa annata, il SabbiaGialla si dimostra uno dei migliori albana romagnoli: come dicono da queste parti il vitigno rosso travestito da bianco. La raccolta e la vinificazione sono molto laboriosi, richiedendo l'intervento in ben quattro momenti diversi; l'annata 2020 ha la peculiarità di essere la prima in cui non viene fatta macerazione. Molto interessante e di rilievo anche il MonteTarbato, che ci permette di conoscere il vitigno autoctono centesimino e di intravederci delle ottime possibilità evolutive. Tra tutti, in vista anche di un eventuale regalo, vi consigliamo il Cacciabruco: un blend di Trebbiano, Malvasia ed Albana che come riportato nel loro opuscolo è "capace di mettere tutti d'accordo". Per chi cerchi vini dalla "facile beva", inoltre, troverete il PorcaLoca (sangiovese) ed Il Tassobarbasso (trebbiano frizzante).

In conclusione: vi consigliamo, in modo del tutto disinteressato, di visitare quanto prima questa bellissima realtà. Per noi 10 e lode!

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